Se Gennaio è sembrato quasi scivolarmi via dalle mani, non posso dire lo stesso di Febbraio. I suoi 28 giorni mi sono sembrati molti di più, forse per via del tempo uggioso e di una cappa di malinconia che mi si è ammantata intorno al cuore. Mi sono buttata sulla lettura, per non lasciarmi portare via dalla tristezza, ed ho vissuto vite interessanti.
Febbraio è il mese di 28 giorni in cui ho letto sei libri, sei storie straordinarie, infinite vite.
La biblioteca di Mezzanotte
Ho letto questo libro insieme alla mia amica Francesca, e l’ho divorato in pochissimi giorni.
Fra la vita e la morte esiste una biblioteca. Quando Nora Seed fa il suo ingresso nella Biblioteca di mezzanotte, le viene offerta l’occasione di rimediare agli errori commessi. Fino a quel momento, la sua vita è stata un susseguirsi di infelicità e scelte sbagliate. Le sembra di aver deluso le aspettative di tutti, comprese le proprie. Ma le cose stanno per cambiare. Come sarebbe andata la vita di Nora se avesse preso decisioni diverse? I libri sugli scaffali della Biblioteca di mezzanotte hanno il potere di mostrarglielo, proiettando Nora in una versione alternativa della realtà. Insieme all’aiuto di una vecchia amica, può finalmente cancellare ogni suo singolo rimpianto, nel tentativo di costruire la vita perfetta che ha sempre desiderato. Ma le cose non vanno sempre secondo i piani, e presto le sue nuove scelte metteranno in pericolo la sua incolumità e quella della biblioteca. Prima che scada il tempo, Nora deve trovare una risposta alla domanda di tutte le domande: come si può vivere al meglio la propria vita?
Si, è vero, il libro è scritto in modo molto semplice e lineare, ma secondo me non poteva essere diversamente visti i temi trattati. La biblioteca di mezzanotte è il libro che non ti aspetti, in cui vengono affrontate tante tematiche, difficili e profonde, tanto diverse tra loro ma tutte importanti : la depressione, la morte, il senso di fallimento, la teoria dei multiversi, il paradosso del gatto di Schrödinger ( quello per cui il gatto nella scatola è allo stesso tempo sia vivo che morto ), la teoria della Gestalt ( il tutto è diverso dalla somma delle parti ). Insomma, vista l’enormità dei temi trattati Matt Haig ha scelto, saggiamente, di mantenere uno stile semplice, per permettere a quante più persone possibili di avvicinarsi ai temi trattati. A me è piaciuto molto, perchè mi ha regalato tantissimi spunti di riflessione, soprattutto sulla felicità e sul senso di appagamento.
Sette Minuti dopo la Mezzanotte
Il mostro si presenta a Conor sette minuti dopo la mezzanotte. Puntuale. Ma non è il mostro che Conor si aspettava, l’orribile incubo fatto di vortici e urla che lo tormenta ogni notte da quando sua madre ha iniziato le cure mediche. Questo mostro è diverso. È un albero. Antico come una storia perduta. Selvaggio come una storia indomabile. E vuole da Conor la cosa più pericolosa di tutte. La verità.
Un libro consigliato dai 12 anni, ma che io trovo assolutamente perfetto anche per gli adulti. Una storia straziante, dolorosa, piena di dolore. Ma al tempo stesso delicata, luminosa. Una favola moderna in cui si racconta che non sempre i buoni vincono, a volte soccombono, ma bisogna imparare ad andare avanti. Un libro che parla della morte e dell’accettazione, spiegate in modo semplice ma non banale.
Liberati della brava bambina
Cosa significa essere donna? Non alzare la voce, non ribellarsi. Obbedire al padre, al marito, alla società. Significa calma e sottomissione. Dover essere una brava bambina, poi una brava moglie e una brava madre. Eppure per qualcuna tutto questo non basta. Attraverso otto storie che spaziano dal mito alla contemporaneità, gli autori raccontano l’altra faccia della luna: e cioè come fin dagli albori dell’umanità, in saghe, leggende ed epopee letterarie, i modelli di donne forti sono sempre stati ridotti al silenzio. Ma dal nuovo racconto delle storie di Era, Medea, Daenerys, Morgana e le altre, se ci si pongono le domande giuste, possono risultare modi diversi di vivere se stesse e la propria femminilità, di leggere i meccanismi che circondano e intrappolano. Con la guida della filosofia, che ci aiuta a domandarci il significato delle cose e ci indica un comportamento nel mondo, questi ritratti femminili insegnano come trasformare le gabbie in chiavi e volgere le difficoltà in opportunità. Solo così ci si potrà finalmente permettere di esistere, e non aver paura di fiorire. Fare filosofia aiuta a piazzare punti interrogativi alla fine delle parole, come fossero esplosivi. Non più “donna”, ma “donna?”, non più “si fa così”, ma “si fa così?”. Non più “è sempre stato così”, ma “è sempre stato così?”. In questo modo ogni preconcetto esplode, e si aprono passaggi segreti impensabili e altrimenti invisibili.
Un libro che parla di donne, ma non solo alle donne. E’ una lettura che anzi consiglio anche agli uomini, proprio per avere una visione più completa del “problema senza nome”. Otto storie, dal mito alle serie tv, di donne di cui abbiamo sempre sentito raccontare, ma che avevano bisogno di una narrazione differente.
“Il problema senza nome non è una patologia, ma un desiderio, e ogni desiderio si risolve solo quando viene esaudito.”
Squali al tempo dei salvatori
I genitori di Nainoa si sono amati nel buio della valle di Waipi’o e al calare della notte hanno visto gli antichi spiriti delle Hawaii in marcia con le loro fiaccole. È questo il momento magico in cui è stato concepito Nainoa, un bambino prodigioso, che fin da piccolo mostra di avere degli strani doni: Nainoa che sogna sogni impossibili, Nainoa che cade dalla nave in mezzo agli squali e viene miracolosamente tratto in salvo, Nainoa che guarisce un amico ferito, Nainoa che suona perfettamente l’ukulele. Segni che dicono che il destino di questo ragazzo è quello di riscattare i genitori dall’estrema povertà e dalla sfortuna che li perseguita, e di salvare forse il loro mondo intero – quelle Hawaii che l’avanzata spietata del capitalismo americano sta distruggendo economicamente e culturalmente. Segni che mettono in ombra i fratelli di Nainoa, Dean e Kaui, che pur avendo i propri grandi talenti e ambizioni, devono fare i conti col fatto di non essere i prescelti. Ma questa missione è così gravosa per un ragazzo che presto Nainoa e i suoi cari cominceranno ad avere paura.
La storia di una famiglia che si intreccia al mondo magico e mistico delle Hawaii. Una storia di dolore, ma anche di famiglia. Ho apprezzato molto la coralità della narrazione, che mi ha permesso di vivere e sentire il punto di vista di ogni personaggio di questa storia, entrando in risonanza con le loro emozioni, ma anche capire che il predestinato non era solo Nainoa, come appare all’inizio del romanzo, ma l’intero nucleo famigliare. Ho trovato potente la storia ed anche la narrazione, e considerando che si tratta di un romanzo d’esordio mi sento assolutamente di consigliarlo.
Avrò cura di te
Gioconda detta Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle spalle, un’anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l’ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto. La notte di San Valentino, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all’angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, ma anche il coraggio, di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. L’angelo ha un nome: Filemone, ha una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertente, divertito, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò. Uno scambio che indaga non solo le mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di ognuno di loro. Perché a ognuno di loro, grazie a Filemone, voce dell’interiorità prima che dell’aldilà, sia possibile silenziare la testa e l’istinto. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà messa davanti Giò proprio dal suo fedele Filemone, in un finale che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.
Un libro che sembra semplice, un finale che si percepisce molto prima di arrivarci, ma anche qui, come per La biblioteca di mezzanotte, non bisogna concentrarsi sulla meta ma sul viaggio. Una storia che va assaporata, perché ricca di osservazioni profonde che lasciano spazio a riflessioni anche importanti.
Queste sono le mie letture di Febbraio. Voi cosa avete letto? Conoscete i titoli di cui vi ho parlato? Se vi va di condividere con me le vostre riflessioni, vi aspetto come sempre nei commenti!