Per il gruppo di lettura #bookinpink , che porto avanti ormai da mesi insieme a @ladymija83 e @lecitazionidellafe, il mese scorso ho letto Il ballo delle pazze di Victoria Mas (@edizioni_eo).
Ambientato nella Parigi di fine 800, racconta la storia di quattro donne il cui destino si incrocia all’interno della Salpêtrière, ospedale psichiatrico femminile in cui vengono rinchiuse le pazze.
Ma chi sono le pazze?
Sono donne che rappresentano vergogna e disonore per le famiglie d’origine perché affette da qualche patologia, le reiette, le vittime di stupri, ma anche tutte quelle donne la cui sensibilità non corrisponde alle aspettative della società.
Donne sottomesse dall’uomo ed assoggettate alle loro decisioni.
Eugenie, signorina di buona famiglia richiusa dal padre perchè anticonvenzionale, dal carattere forte e incapace di piegarsi al suo volere.
Therese, ex prostituta e decana delle internate. E’ un punto di riferimento non solo per le alienate, ma anche per le infermiere. Una figura materna, più saggia che pazza.
Louise, figlia del popolo e strumento di esibizione per gli studi del dottor Charcot.
Genevieve, l’infermiera “anziana” che ha votato la sua vita alla scienza.
Quattro donne, quattro storie che s’intrecciano e che ci accompagnano nell’istituto, alla scoperta delle alienate.
Tra i miei personaggi preferiti c’è sicuramente Therese, per la sua saggezza e la sua empatia, seguita subito dopo da Genevieve, il cui personaggio ha avuto l’evoluzione più interessante all’interno della narrazione.
Tra le cose che ho meno apprezzato , perchè in qualche modo mi hanno disturbata, ci sono due eventi che sebbene slegati tra loro hanno comunque un punto di contatto :
- quello che da il titolo al romanzo, quindi “il ballo delle pazze”,
- le dimostrazioni del dottor Charcot.
In entrambi i casi ho percepito una volontà di spettacolarizzare i disagi delle pazienti, trattate più come fenomeno da baraccone che come individui fragili.
Nel complesso è un libro che mi è piaciuto molto, perché ha posto l’attenzione sulla figura delle donne e su come venivano trattate in quel periodo storico.
Una scrittura fresca, asciutta, che non ha appesantito un argomento già di per sé molto difficile, e che ha regalato descrizioni poetiche di una Parigi fredda e malinconica.
- Editore : E/O (10 febbraio 2021)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 181 pagine
- Prezzo : 16,50 € / 11,99 € (eBook)
TRAMA
Parigi, 1885. A fine Ottocento l’ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate “isteriche” e curate con l’ipnosi dall’illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l’esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene. Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c’è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il “ballo delle pazze”, ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell’occasione, mascherarsi farà cadere le maschere…