Una storia di donne che parla alle donne.
Donne fragili, donne forti, donne che decidono di cavarsela da sole, donne che invece devono imparare a cavarsela da sole. Ma è soprattutto la storia di una sorellanza nata tra due bambine, che si snoda in un viaggio lunghissimo tra l’Italia e la Bielorussia e che dura da oltre vent’anni.
Anna è una bambina italiana, la cui famiglia decide di aderire al progetto Chernobyl ospitando per un mese uno dei bambini proveniente dalla Bielorussia.
Elena ( Lena, la cui pronuncia corretta è Liena ) è la bambina che per un caso fortuito verrà ospitata dalla famiglia di Anna.
Nel momento in cui si conoscono Anna ha paura di questa bambina bellissima che non parla una parola d’italiano, paura che i suoi genitori possano amarla meno. Ma basta poco, una Barbie, per superare la diffidenza iniziale e diventare amiche.
Un’amicizia che non ha bisogno di parole ( Lena non parla italiano e Anna non parla bielorusso) ma che è fatta di momenti condivisi, di mani che si cercano, di abiti scambiati e pomeriggi passati a giocare nella vasca facendo le bolle con la schiuma.
«Quando Anna è entrata nella mia vita, qualcosa è cambiato. Ero partita senza capire bene cosa mi stesse accadendo, non sapevo dove fosse l’Italia e pensavo che ovunque, nel mondo, si parlasse russo. Eppure, nel momento stesso in cui mi aveva allungato la sua Barbie, avevo capito che quell’attimo avrebbe segnato tutta la mia esistenza. Per quanto diversa da me, lei sarebbe stata ciò che io avrei sempre chiamato casa. La persona in cui rifugiarmi in caso di tempesta».
Inizia così la loro amicizia, ma Anna e Lena sono più che amiche, sono sorelle. Anche se non lo sono di sangue ( e nemmeno giuridicamente visto che la famiglia di Anna non ha adottato Lena ) ma sorelle per scelta. Perchè si sono trovate e riconosciute.
Al termine del mese di vacanza in Italia Lena torna in Bielorussia dalla nonna, con cui vive insieme al fratellino disabile ed al crudele fratello maggiore. Passeranno quasi dieci anni, ma Anna farà di tutto per farla tornare in Italia e da quel momento non si lasceranno più.
Anna e Lena seguiranno strade molto diverse, la prima andrà a studiare a Parigi mentre Lena deciderà di continuare gli studi in Bielorussia per rimanere con la sua famiglia. La loro amicizia si fa sempre più profonda.
Il villaggio di Lena diventerà per Anna un luogo da chiamare casa, di cui si innamora perdutamente, e non solo per la presenza di Igor : il profumo delle foreste di betulle, la zuppa fredda, il tè da bere in ogni occasione. Sarà durante l’ultimo viaggio in Bielorussia, per festeggiare il compleanno di baba Sasha, che tutto cambierà per loro.
Appena scesa dall’aereo Anna viene raggiunta da una terribile notizia : Lena ha il cancro.
E mentre il racconto si snoda nella narrazione a due voci di Anna e di Lena, scopriamo tutti i dettagli di questa splendida amicizia, dalla prima Barbie regalata a quest’ultima amara confessione.
Un libro meraviglioso, crudo e dolce al tempo stesso, che parla di amicizia e di sorellanza ma anche di maternità. Quella cercata e voluta di Lena, quella negata di Anna, quella ritrovata di baba Sasha e di Lucia, ma anche un libro sul complicato quanto struggente rapporto tra madri e figlie.
Una storia che mi ha emozionato tantissimo, ricca di dettagli affascinanti. Spesso ho avuto la sensazione di frugare in una scatola dei ricordi.
Mi ha portata alla scoperta di un Paese di cui non sapevo nulla, che mi ha affascinata con la sua storia e le sue tradizioni, e che la narrazione dell’autrice ha reso estremamente interessante.
Se come me siete di lacrima facile vi consiglio di leggere questo libro con accanto una mega scorta di Kleenex, ma anche di tenere Google a portata di mano per andare alla scoperta della Bielorussia in compagnia di Anna e Lena.
- Editore : Salani (25 marzo 2021)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 272 pagine
- Prezzo : 16,00 € / 8,99 € (eBook)
Quando si incontrano per la prima volta, Lena è appena scesa da un aereo ed è una delle migliaia di minori bielorussi mandati in Italia a disintossicarsi dalle radiazioni di Chernobyl; Anna la sta aspettando con i suoi genitori, pronti a ospitarla per un mese, e ha un po’ paura che questa bambina biondissima sia venuta a rubarle l’amore della sua famiglia o, peggio, i suoi giochi. Ma a entrambe basta un niente per superare la diffidenza e scoprirsi legate da un affetto indissolubile che le renderà ‘sorelle per sempre’, anche quando saranno lontane. Vent’anni dopo sono di nuovo in un aeroporto, stavolta a Minsk. Anna ha studiato Scienze politiche e sacrificato molto di sé per inseguire un sogno: combattere la dittatura che opprime la Bielorussia e salvare l’amica. Ma anche se Lena è cresciuta tra mille difficoltà – la madre scomparsa, un fratellino disabile, una figlia da crescere da sola – il ruolo della vittima, dell’essere indifeso, proprio non fa per lei. Entrambe, a modo loro, sono due guerriere. Quando si riabbracciano, un’occhiata e tre parole pronunciate a fior di labbra sono sufficienti per capire che tutto sta per cambiare radicalmente. E che forse, prima di pensare agli altri, dovranno imparare a prendersi cura di loro stesse. Alternando le voci delle due protagoniste, Anna Bardazzi racconta il destino comune a tante donne che in ogni luogo devono lottare per una vita migliore. E mostra come, anche nel grigiore apparente di alcune storie, possa sempre brillare la luce della felicità, di relazioni nate per caso e coltivate nonostante le distanze, non solo geografiche.