Sono giorni che questo post mi rimbalza in testa, e come sempre quando un discorso mi prende troppo l’ho lasciato decantare un po’. Ma visto che lo sento ancora rimbalzare, tanto vale affrontarlo subito senza ulteriori indugi.
Da dove iniziare? Non lo so. Non sono riuscita a farmi una scaletta, quindi perdonatemi se questo post sembrerà un po’ come l’Ulisse, un flusso di coscienza, con l’aggravante che io non sono Joyce e non ho la sua bravura.
Giusto stamattina ho pubblicato una mia foto su Instagram, e per me è stato un po’ come lanciarmi nel vuoto, perché è una foto in cui rido. Non “sorrido”, ma rido proprio, con la dentatura in bella vista. Cosa che ai più potrebbe sembrare del tutto normale, se non fosse che nessuno di voi conosce le mie paturnie legate alla mia per-niente-perfetta dentatura.
Cruccio che mi ha accompagnato più o meno da quando ho perso i denti da latte e mi sono ritrovata questi denti che non somigliano nemmeno lontanamente a quelli delle star hollywoodiane. A nulla valsero i tentativi di correzione da parte dei dentisti. Ho portato l’apparecchio per anni, ma i miei denti non ne hanno voluto sapere. Così erano e così sono rimasti. La soluzione? Presto fatto : ho smesso di ridere e non ci ho pensato più.
E’ stata poi la volta delle orecchie a sventola, anche se oggi preferisco chiamarle da elfo, perché sono leggermente a punta nella parte alta. Della gobba sul naso. Poi quello della fronte alta, da nascondere ad ogni costo con frange, fasce o cappelli, per non essere più chiamata”frontina”. Poi quella del collo troppo lungo, quindi via di sciarpe e maglioni a collo alto, così gli altri bambini l’avrebbero smessa di chiamarmi giraffa. Ragà, ma che ne sapete voi di quanto sia dura andare a scuola con dei compagni del genere. E parliamo solo delle elementari.
Alle medie fu il periodo in cui si aggiunse ANCHE il problema delle tette, che non avevo. Negli anni in cui i mie compagni si rifacevano gli occhi con la Pamelona di Baywatch, con le sue curve straripanti in un costumino rosso striminzito, io passavo le serate a piangere sulla mia prima scarsa. E ad invidiare le forme più generose delle mie compagne.
Ma nulla, e ribadisco nulla, mi avrebbe potuta preparare ai cinque anni di scuola femminile fatta alle superiori, ai commenti acidi di qualche compagna, e di una in particolare. Erano anni difficili quelli per me, di cui ho rimosso la maggior parte dei ricordi. Ma ricordo ancora quando Amanda mi disse che nei jeans taglia 44 ci sarei entrata solo ricoprendomi di borotalco.
Nel giro di un anno passai dai 65 ai 48 kg, ma quella è un’altra storia ( di cui vi ho raccontato qualcosa qui ).
Non c’è niente da fare, viviamo di stereotipi.
I primi modelli che ci vengono imposti sono quelli della scuola, degli amici con cui si gioca nel cortile, tutti con un rigido protocollo per essere accettati, ma man mano che cresciamo cambiano i modelli di riferimento, e quindi si arriva alla tv, alle riviste, e alla pubblicità a tutti livelli.
Con gli anni siamo passati dalle donne tutte curve stile Sophia Loren ai corpi magri ed emaciati alla Kate Moss, per arrivare ad oggi, dove bisogna raggiungere la perfezione assoluta. Quindi magre, anzi magrissime, ma con tette abbondanti e culi sodissimi. Un po’ stile Barbie insomma. E poi capelli con le extension , filler alle labbra, unghie ricostruite col gel, extension anche alle ciglia, sopracciglia tatuate e dove tutto questo non basta arrivano i filtri e Photoshop.
No, qualcosa non mi torna.
Quando abbiamo permesso al mondo di farci sentire così sbagliate solo perché siamo fottutamente normali?
la nostra vita è fatta anche di cellulite e normo-culi, di occhiaie, di case in disordine senza carta da parati con le foglie di banano e colazioni frettolose.
Veronica Benini – Spora
Sono alta 1 mt e 72 cm, peso 80 kg ( kilo in più o kg in meno, prendetelo col beneficio del dubbio perchè ho sofferto di anoressia quindi dal 2003 non possiedo una bilancia ), porto una taglia 46 – e a volte pure 48, dipende dalla marca e dal modello – ho la ritenzione idrica, il culo grosso e le tette piccole.
Ma sono io.
Tre anni fa sono andata da una nutrizionista bravissima, ed ho perso 11 kg, ma poi le circostanze della vita mi hanno messo di nuovo a dura prova e li ho prontamente ripresi. Ma sapete che c’è? Non me ne frega niente. Non mi va di stare perennemente a dieta, di “morire di fame”, di privarmi delle cose che mi piacciono solo perché devo entrare in una taglia 42, che se fosse una 40 sarebbe anche meglio. No.
Non mi smazzo giornate tra palestra e sala pesi per avere un culo instagrammabile, sto bene col mio. Col tempo ho imparato come vestirmi, scegliendo modelli e colori in grado di valorizzarmi, per sentirmi bene con me stessa, non bene col mondo. Questo non significa assolutamente che passo le giornate svaccata sul divano a mangiare cibo spazzatura, anzi. Cerco di mangiare in modo sano, e di andare a camminare almeno tre volte a settimana, perché dal punto di vista della salute sto molto attenta.
E per chi se lo stesse chiedendo no, non è un post di orgoglio curvy questo, è al contrario un discorso molto più ampio che riguarda l’accettazione di sé, e riguarda tutte, a prescindere dal peso.
Non è facile amarsi e io l’ho sperimentato sulla mia pelle. Ma un passo alla volta è possibile farlo.
Io ho iniziato rivolgendomi ad una psicoterapeuta, lavorando molto su me stessa, ma soprattutto circondandomi di “normalità” e positività.
Su instagram ho smesso di seguire la perfezione, lasciando il follow solamente a quelle donne che mi ispirano ogni giorno e mi aiutano nel mio percorso di auto accettazione. Mi viene in mente subito Veronica @Spora, che con i suoi modi a volte bruschi si racconta per quella che è, con i capelli spettinati e il culo normale piazzato su instagram senza troppi problemi. Spora che insieme a Marzia @cronachediunabionda e Cristina @estetistacinica hanno dato vita alla community del #kulolibero ( cercate l’# su instagram e capirete subito la portata del fenomeno!) , donne normali come me e come voi, che stanno imparando a fregarsene del giudizio altrui per imparare a godersi la vita.
C’è poi Francesca @ladymija83, che in un bellissimo video su Youtube ha affrontato il tema della body-positivity che secondo me dovreste assolutamente vedere. E potrei continuare ancora a segnalarvi donne così, ditemi solo se siete interessate.
Oggi ho fatto il mio primo passo, pubblicando su IG una foto stupenda scattata dalla mia amica Nunzia @nunziacillo. Questa foto fa parte di un set che per me ha un valore inestimabile e che vorrei poter stampare, per due motivi. Il primo è perché mi ricordano il bellissimo pomeriggio che abbiamo trascorso insieme, il secondo è perché quelle foto mi hanno permesso di fare pace con me stessa.
Nelle foto che mi ritraggono ho sempre visto due Vanessa, come in quelle immagini 3d in cui servono gli occhiali per metterle bene a fuoco. La Vanessa piena di difetti, che vedevo solo io, e la Vanessa che vedeva il resto del mondo. Vedermi attraverso quelle immagini è stato come indossare quei famosi occhialini per il 3d. Finalmente una sola Vanessa, senza tutti questi grandi difetti.
Ho guardato le foto e mi sono detta “questa sono proprio io” ed è stato come tornare a casa. Non riesco a spiegarvi la sensazione di pace che ho provato, ma è stato come sentire il cuore tornare a battere.
Ecco, io vorrei che fosse così per tutte. Vorrei regalarvi tanti occhialini per permettervi di vedervi belle come siete, tutte. Ognuna con la sua normalità e con le proprie particolarità. Siamo belle per questo, perché siamo noi.
Non è sempre facile, ve lo dico, ma è fattibile. Fatelo anche voi il salto, che sotto non c’è il vuoto. Ma un materasso gigante e super morbido su cui campeggia la parola AMORE.
Esistiamo noi in quanto donne pensanti, brillanti, menti luminose. Quel che conta davvero è il messaggio che ognuno di noi porta in questo mondo, non la taglia di reggiseno e neppure quella dei vestiti. Noi siamo quello che pensiamo, non la taglia dei vestiti.
Nunzia Cillo
Grazie per avermi emozionata!sono felice di questo tuo percorso di rinascita,e condivido in pieno il tuo punto di vista: ci meritiamo la felicità,che passa dall’amore di noi!
L’amore per noi stessi è forse il più difficile, ma lavorandoci su regala davvero felicità
Io ho un’amica stupenda, BELLA e coraggiosa.
Il brutto del non accettarsi é che spesso vediamo difetti che in realtà non abbiamo.
Ripeto… NON ABBIAMO!
E se anche ci fossero? La perfezione chi la stabilisce? Dei bulli? No amica., quelli sono i primi ad avere problemi e difetti.
Per il resto, fammi tornare me stessa che sono diventata troppo seria, se un giorno non ti piaci… indossa la tua amica bionda e imperfetta, che insieme ci facciamo due risate a crepapelle!
Amica bionda, sono felice ed orgogliosa di poter contare su di te
Ciao cara!
Anche io ho scritto cose del genere in passato, in realtà ho parlato dei miei problemi con la bulimia ma io capisco quello che dici. Sinceramente ? Sono orgogliosa delle tue parole. Perchè essendoci passata so quanto sono difficili! Ricordati che sei una combattente 🙂 e sei bellissima così!
Rita bella mi ricordo dei tuoi problemi con la bulimia, ci eravamo scritte molto parlando dei nostri rispettivi problemi. E sono felice di vedere che le cose vanno meglio per entrambe. Siamo due guerriere ti abbraccio fortissimo
Articolo meraviglioso cara Vane…non è facile confrontarsi con se stessi tantomeno raccontarsi con sincerità, e tu hai fatto entrambe le cose. Grazie. Un abbraccio vissia
Grazie Vissia, più che altro non è facile imparare ad amare i propri difetti. Ma difficile non è sinonimo di impossibile 🙂 sono lieta che l’articolo ti sia piaciuto
Questo articolo è stupendo, pieno di emozioni, di verità e di bellezza…la stessa che ti appartiene e che si vede lontano un miglio. complimenti sinceri per tutto ❤
Grazie tesoro sono davvero felice che il post ti sia piaciuto e soprattutto grazie per le tue bellissime parole
Ho in programma anche io un post simile da tempo, ma ogni volta che mi ritrovo lì con la tastiera sotto le dita, mi si riempiono gli occhi di lacrime, perché il dolore di essere presi in giro ancora non mi passa. Nonostante tutto.
Sicuramente il tuo post mi ha dato una spinta e la forza in più per reagire e provare a parlare al mondo di ciò che senti, per poi magari scoprire che non sei solo ♥️
PS: E comunque sì, sei bellissima ♥️
Vale aspetto di leggerti ♥️ perchè sei forte, più di quanto credi.
E buttati, che il materasso gigante c’è anche per te. La rivoluzione delle donne normali ha bisogno anche della tua voce ♥️
tu non immagini neanche quanto io mi sia ritrovata nelle tue parole.. gli anni della scuola sono stati tosti anche per me.. quante prese in giro.. quante lacrime,quanta ansia di entrare in quell’aula ogni giorno.. siamo partiti da giraffa alle elementari,fino ad essere completamente isolata alle superiori,semplicemente per invidia e cattiveria.. ma io Vane sono convinta che prima o poi tutto torni indietro,come un boomerang.. e tu sei BELLA come sei,punto! “imperfettamente perfetta”,unica e per questo meravigliosa! grazie di esserti aperta,e stato come leggere un’amica,una persona vera ed autentica! non perdere piu quel sorriso,ti dona moltissimo.. un grande abbraccio,Boriana
Bori ti abbraccio fortissimo e spero che ti arrivi anche se siamo distanti.
Sei bella dentro e fuori ♥️
Siamo tutte creature uniche e meravigliose, dobbiamo solo trovare il coraggio di spogliarci delle nostre paure e guardarci per quelle che siamo ♥️
Ciao Vanessa, innanzitutto ti faccio i complimenti per l’articolo, è stato emozionante leggerlo.
Mi ritrovo in ogni tua parola, e mi fa piacere leggere che tu pian piano abbia intrapreso questo percorso, spero un giorno di riuscirci anche io.
Ti abbraccio
Angelica, il materasso gigante aspetta anche te bimba. E come recita un vecchio spot televisivo : ” buttati che è morbido”. Prova per un giorno a vederti con gli occhi di chi ti ama, scoprirai un mondo tutto nuovo. Se non ce la fai da sola fai come me e fatti aiutare, non c’è niente di male… quanta felicità mi sono negata fino ad oggi, odiandomi senza nessun motivo.
ti abbraccio Angè, e ti aspetto per la rivoluzione delle donne normali ♥️
Grazie per questo post Vanessa, tutte noi abbiamo a volte bisogno di ricordare a noi stessi e agli altri che normale è giusto!
io tendo a dimenticarlo spesso, ma ho deciso che deve diventare una specie di mantra!
Mi è piaciuto molto questo post. Ti avevo promesso che lo avrei commentato la sera stessa e invece, in ferie, una cosa tira l’altra e non ci sono riuscita.
Ho ripreso il lavoro ieri e infatti eccomi qua 🙂
Penso che il tema dell’autoaccettazione sia molto complesso e delicato. Tu hai saputo gestirlo nel modo giusto, raccontandoci il tuo percorso e in qualche modo invitandoci a fare lo stesso: imparare ad amarci. E’ un percorso complicato, intriso di ostacoli. Però lo dobbiamo affrontare, ne va della nostra serenità.
Un abbraccio, Sara.